giovedì 11 marzo 2010

Colloquio Di Lavoro

L'economia svizzera attraverserà una fase di recessione più forte del previsto. Nel 2010 il tasso di disoccupazione potrebbe superare il 5%, stando alla Segreteria di Stato dell'economia (SECO).

La situazione sul mercato del lavoro, già fortemente degradatasi negli ultimi mesi, peggiorerà sensibilmente: l'anno prossimo il tasso di disoccupazione dovrebbe raggiungere il 5,2%, secondo gli esperti della SECO. Il numero di disoccupati – 132'402 a fine febbraio, ossia il 3,3% della popolazione attiva – potrebbe superare nel 2010 la soglia dei 200'000. Per ritrovare una simile cifra bisogna risalire al 1997.

Giovanni Ferro Luzzi, professore di economia politica e collaboratore dell'Osservatorio universitario dell'impiego dell'Università di Ginevra, non è sorpreso dalla rapida degradazione della situazione.

swissinfo: Nel 2010 la disoccupazione potrebbe raggiungere il 5,2%, quasi l'1% in più di quanto era stato pronosticato tre mesi fa. C'era da aspettarselo?

Giovanni Ferro Luzzi: Sì, certamente. L'economia è ormai entrata in recessione e la disoccupazione segue sempre l'evoluzione congiunturale, seppur con un certo ritardo.

Le imprese in un primo tempo cercano di limitare al massimo i licenziamenti, da un lato poiché vogliono conservare la loro manodopera, spesso composta da lavoratori con una certa formazione, dall'altro perché la rotazione costa. Vista la situazione congiunturale, molte aziende non potranno però fare altro che tagliare nel personale.

swissinfo: Ci sono dei settori che se la caveranno meglio? L'edilizia, almeno per il momento, non sembra subire grandi contraccolpi; per ciò che concerne il commercio al dettaglio, Il 'discounter' tedesco Lidl apre in questi giorni diversi negozi.

G. F. L.: Tutto ciò che concerne i beni di prima necessità – e quindi l'alloggio e l'alimentazione – è generalmente meno toccato.

Forse, in periodi di crisi economica la gente ci pensa due volte prima di comperare una casa. Attualmente, però, la situazione è un po' ambigua, poiché i tassi ipotecari sono estremamente bassi.

swissinfo: Molte aziende ricorrono alla disoccupazione parziale, che ha il vantaggio di fungere un po' da calmiere. Pensa che questo sistema potrà limitare i danni ancora per molto tempo?

G. F. L.: La disoccupazione parziale è sicuramente lo strumento ideale per risolvere problemi temporanei, legati alla congiuntura. A mio avviso dovrebbe essere sviluppato ancor di più. Non torna a vantaggio solo degli impiegati, ma anche dei datori di lavoro, i quali non devono preoccuparsi di ritrovare personale che già conosce l'azienda.

Se invece una ditta ha problemi di ordine strutturale è uno strumento inefficace, poiché nulla assicura che le attività riprenderanno a un ritmo normale.

swissinfo: Negli ultimi mesi la disoccupazione è aumentata in modo sensibile soprattutto tra i giovani. È un dato preoccupante oppure in fin dei conti queste persone riescono a reinserirsi abbastanza velocemente nel mercato del lavoro?

G. F. L.: I giovani sono naturalmente i primi ad essere colpiti, semplicemente perché non riescono a trovare un lavoro una volta finiti gli studi.

Ciò che si osserva è che in questi casi i giovani prolungano la durata della formazione. È chiaro che una volta usciti dalla scuola non hanno un'esperienza lavorativa, ma per lo meno hanno potuto impiegare il periodo di disoccupazione in modo utile.

Per chi ha 50 anni tornare sui banchi di scuola è invece molto più difficile.

swissinfo: I sindacati auspicano corsi d'aggiornamento per le persone che si trovano in disoccupazione parziale. Ritiene sia un provvedimento sensato?

G. F. L.: Per persone che si trovano in disoccupazione parziale a causa della situazione congiunturale non è per forza una necessità, poiché non devono riconvertirsi professionalmente.

Detto ciò non si tratta sicuramente di una perdita di tempo. È sempre positivo migliorare le competenze nel proprio ramo.

swissinfo: In molti paesi europei la crisi ha avuto finora ripercussioni molto più devastanti rispetto a quanto successo in Svizzera. In Spagna, ad esempio, solo in gennaio sono stati registrati 200'000 disoccupati in più. Come mai in Svizzera in generale le crisi arrivano più tardi e non si traducono in tassi di disoccupazione a due cifre?

G. F. L.: Forse l'economia svizzera ha resistito meglio grazie all'ottimismo delle imprese. Probabilmente non si pensava che la degradazione potesse essere così forte come negli altri paesi.

Per quanto concerne il mercato del lavoro, quello svizzero è più flessibile. In Francia, Spagna o Germania, le aziende quando devono licenziare lo fanno con largo anticipo, poiché si tratta di procedure molto costose e pesanti. In Svizzera, invece, una ditta non ha bisogno di sviluppare in anticipo delle strategie di licenziamento.

Più in generale, la disoccupazione è generalmente meno elevata in Svizzera per un insieme di fattori, non da ultimo per il sistema di formazione professionale. L'apprendistato, ad esempio, permette un'integrazione più facile sul mercato del lavoro.

swissinfo, intervista di Daniele Mariani

Visto che la disoccupazione cresce e i posti di lavoro diminuiscono mi sembra dovuto un post a codesto riguardo jaja! Cercando un po in internet ho trovato tre video che credo siano IL mondo del lavoro!

ecco il primo.. moolto utile!



e se questo non vi convince.. ecco.. cé il sistema di spud..



E ultimo ma sempre piu comune.. cé chi non ne puo piu..

2 commenti:

syd779 ha detto...

"mi spasso a vedere le persone a spasso", mitico

eLtRiVuLziO ha detto...

lei ha mentito nella domanda di assunzione?: Nooo.. Si! Volevo mettere un piede nella porta, mostrare iniziativa ecco! haha mitico