Delle diciassette centrali attualmente operative sul suolo germanico, e che hanno beneficiato del provvedimento di estensione, due verranno chiuse immediatamente, quelle dell'Assia e del Baden-Wüttemberg.
Non sono però solo Svizzera (confronta l'articolo RSI http://bit.ly/fsGaFk) e Germania a fare i conti con i timori atomici innescati dal terremoto giapponese. Ne hanno discusso oggi anche i ministri dell’ambiente europei riuniti a Bruxelles. Un incontro al quale seguirà domani un nuovo vertice convocato dalla Commissione europea, con la partecipazione delle autorità nazionali di sicurezza nucleare e le industrie del settore.
Nel corso della riunione odierna, l’Austria, che ha rigettato oltre 30 anni fa l’opzione nucleare, ha chiesto che vengano effettuati dei test di resistenza in tutti gli impianti europei. Una proposta “non ancora elaborata in questa fase”, ha ribattuto la ministra dell’ambiente francese, stando alla quale Parigi intenderebbe discutere standard di sicurezza omogenei a livello europeo.
Tra gli altri paesi vicini della Svizzera, inquietudine è stata espressa anche dall’Italia, che, però, non intende fare marcia indietro: il governo Berlusconi ha deciso qualche mese fa un ritorno al nucleare dopo il 1987, anno nel quale il popolo aveva votato contro questa forma di produzione energetica.
ola
RispondiEliminadeve proprio succedere la catastrofe per far si che si usi un briciolo di buon senso eh?
abbracci
bibi
Ma ciauu 8) due raggi di sole come ci vogliono almeno due catastrofi per un briciolo di buon senso.. un beso!
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