Fuori dopo un sonoro capppppotto gentilmente donato dalla Russia!
QUÉBEC - Per la Svizzera quello di Québec è stato un Mondiale buonissimo... chiuso malissimo: la contrapposizione si spiega con il tennistico 6-0 subìto nei quarti di finale contro la Russia, un epilogo «brutale» giunto al termine di una rassegna iridata per certi versi esaltante. L’eliminazione, nella sua forma almeno, non va proprio giù a Ralph Krueger, il coach della nazionale rossocrociata che si sarebbe aspettato di salutare in modo diverso la rassegna iridata del Centenario.
«La nostra è stata una stagione splendida – dichiara l’allenatore in sede di bilancio – e la squadra non meritava proprio un’uscita di scena di questo genere, con una sconfitta di vaste proporzioni. Sono naturalmente deluso per i miei giocatori, che faranno ritorno a casa con il dolore nel cuore per questa eliminazione: il k.o. contro la Russia e la serie di episodi sfortunati non possono tuttavia cancellare quanto di buono fatto in questi mesi dalla squadra, a partire dal primo campo d’allenamento per arrivare sino qui a Québec. Ho provato un grande piacere ad allenare questo gruppo, che ha una cultura del lavoro molto radicata e sviluppata e che ha risposto in modo ottimale a tutte le sollecitazioni».
Le note liete giungono soprattutto dai molti giovani di prospettiva:
«Ci siamo presi dei rischi puntando su diversi elementi giovani e ci siamo affidati a quattro esordienti ai Mondiali: tutti hanno risposto secondo le aspettative. Questi ragazzi hanno portato aria fresca all’interno dello spogliatoio innalzando inoltre il livello qualitativo, già buono, della squadra. Con questo spirito e questa “cultura del lavoro” possiamo dunque guardare avanti con grande fiducia».
Ad impressionare è stato il cambiamento di impostazione tattica: se in precedenza si badava quasi esclusivamente alla fase difensiva, a Québec la Svizzera è stata molto più «coraggiosa»...
«Questo cambiamento è stato possibile perché i giocatori hanno migliorato sia la velocità del loro pattinaggio sia l’esecuzione del gesto. È una base nuova sulla quale lavorare per cercare di crescere ancora e ridurre ulteriormente il “gap” che ci separa dalle grandi. In ogni caso, il sistema difensivo rimane imprescindibile: solo con una base solida e un sistema collaudato si può costruire un efficace gioco d’attacco».
C’è insomma la consapevolezza di aver compiuto un altro importante passo in avanti:
«A questi livelli, normalmente, si avanza poco per volta, millimetro dopo millimetro: qui a Québec la progressione è invece stata... di centimetri e abbiamo mostrato progressi beneauguranti in vista di un Mondiale casalingo del 2009 nel quale vogliamo assolutamente ben figurare. Inoltre, dobbiamo ricordarci che in Canada non avevamo a disposizione qualche giocatore che ci avrebbe permesso di compiere un ulteriore salto di qualità e penso per esempio a Mark Streit, che magari l’anno prossimo a Berna e Kloten ci sarà, op- pure a Duri Camichel».
Diversi giocatori si sono messi in luce nella squadra rossocrociata: se la sente di citare qualche nome?
«Molti giocatori meriterebbero una citazione, ma io vorrei segnalare il Mondiale disputato da Forster in difesa e da Ambühl e Sannitz in attacco: “Raffy” per esempio ha beneficiato di molto spazio, anche e soprattutto negli “special-teams”, trovando anche il modo di segnare due reti. Ma, ripeto, tutti i componenti della squadra mi hanno soddisfatto e non potrebbe essere altrimenti dopo un torneo così buono».
La Svizzera a Québec ha tra l’altro guadagnato una posizione nel «ranking » mondiale stilato dalla IIHF assicurandosi la partecipazione ai Giochi Olimpici 2010 di Vancouver:
«Il settimo posto che occupiamo ora non ci è stato regalato: è stato possibile raggiungerlo solo grazie alle nostre prestazioni. Adesso, però, non dobbiamo fer- marci e vogliamo provare ad accorciare la distanza con le prime sei della classifica mondiale. Quanto al biglietto già staccato per Vancouver, beh, si tratta di un ottimo risultato che ci permette di evitare il sempre insidioso torneo di qualificazione, che avevamo invece organizzato per esempio in vista delle Olimpiadi di Torino 2006».
Il prossimo campionato del mondo avrà luogo in Svizzera: sarà una motivazione supplementare?
«Assolutamente sì: mi auguro che il nostro gioco più “attrattivo” invogli i tifosi a sostenerci e a seguirci in massa in occasione delle partite che disputeremo. Con il sostegno che ci verrà garantito dal pubblico sono sicuro che potremo fare molto bene. Per me i Mondiali 2009 cominciano già oggi e mi rallegro di vivere un’altra esperienza casalinga dopo quella già molto positiva del 1998 a Basilea e Zurigo».
Il finale è per una considerazione più personale: l’annata di Krueger non è infatti stata sempre semplicissima...
«Anche quando la mia popolarità era in calo ho avvertito il sostegno della federazione e del nuovo “general-manager” Peter Lüthi in particolare, che ringrazio per essermi sempre stato vicino. Insieme, sapremo toglierci altre belle soddisfazioni».
D`HO! :(
vabbhéééé hopppp suissssseeeeeee!!!
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